Audiolibri e fotografia: tra realtà e pura creazione

Lorenzo e basta
2 min readFeb 2, 2024

Ho trovato estremamente affascinante il processo creativo che si è scatenato nella mia testa durante l’ascolto degli audiolibri, in particolare in ottica fotografica e video.

Trattandosi di storie ambientate in luoghi di cui non conosco minimamente le fattezze, la mia mente ha dovuto attingere ad immaginari pre-visualizzati (direttamente o tramite altri mezzi come film, foto e serie TV) adattandoli poi alle informazioni e al contesto forniti dal racconto.

Col passare dei minuti mi sono sentito come un moderno sceneggiatore holliwoodiano che, a partire da un testo scritto, deve iniziare a stendere i bozzetti dello storyboard e vi garantisco che si è rivelato assai più stimolante rispetto all’ascolto attento (e che spesso diventa noioso) di audiolibri di saggistica.

Il mio cervello si è trovato a dover creare in tempo reale scenari, immaginare voci, applicare tecniche di inquadratura tipiche del cinema e della fotografia a partire da un copione che fornisce solo parte delle informazioni necessarie.

La parte meravigliosa è che nessuno in quel contesto può dirti se stai facendo bene o male, se quella scena è giusta o sbagliata così composta e la lettura e l’interpretazione che dai di quel racconto è e rimarrà sempre solo tua. Tanto lucida e chiara nel momento dell’ascolto, quanto volatile ed effimera appena aprirai di nuovo gli occhi.

Tuttavia col passare delle “pagine” alcune immagini inizieranno a fissarsi nella mente, alcuni contesti ricorrenti diventeranno sempre più dettagliati grazie alle informazioni aggiuntive che il libro fornisce all’avanzare del racconto e anche quando la “lettura” sarà finita, la struttura della storia sarà talmente chiara e nitida da sembrare quasi il ricordo di una esperienza reale.

L’esercizio creativo in questo senso è veramente potente e lo sto trovando utilissimo per allenare il mio cervello a immaginare le situazioni, con le proprie luci, colori, temperature e dettagli relativi all’ambientazione. Penso che questo esercizio avrà un impatto positivo sulla mia capacità di fotografo di “vedere” la scena ben prima di aver premuto il pulsante di scatto.

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Lorenzo e basta

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